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Ho “viaggiato” solo, nel momento dello scatto, confrontandomi con me stesso e le mie emozioni per ritrovare il mio intimo nelle mie fotografie.

Sono le ore 4.30 di lunedi 10 aprile, è ancora notte. Percorro la statale 106 calabra, deserta, fino a giungere alle porte di Santa Caterina dello Ionio dove, nel buio della campagna, una piccola luce mi indica la meta. Mimmo sta dando da mangiare alle mucche, dopo aver messo a bollire il latte appena munto.

Il cuore della città antica di Puteoli, il probabile approdo dei primi coloni greci e dei fuggiaschi di Samos nel 530, l’origine di Dicearchia, la città della giustizia, diventa piccolo approdo di pescatori e poi un vero e proprio porto in età romana, acquistando importanza strategica e commerciale.

Finiti i lavori di sopralluogo delle Serre Borboniche non ho resistito a percorrere, a piedi, sotto il sole e in tenuta formale, i 3 chilometri che separano la Fontana di Diana e Atteone dal Palazzo Reale.

Un ruolo che si eredita con orgoglio e fede, alabardiere e judeo o si decide di assumere per penitenza, disciplinare. Di fatto e che di generazione in generazione i badolatesi intraprendono il ruolo di figuranti nella Processione Penitenziale dei Misteri Dolorosi del Sabato Santo.

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