Luoghi e Città

Fotografia in Viaggio....le sensazioni, le suggestioni e le memorie di altri luoghi.

Galleria Borbonica

La polvere si posa su decenni di storia incorniciando oggetti e, così, i ricordi a cui sono legati.

Il fiato è sospeso mentre tento l'incursione in uno dei luoghi più ricchi di fascino della città di Napoli. La Galleria Borbonica - esempio mirabile di ingegneria civile al tempo dei Borbone - è uno scrigno ricco di tesori nascosti in cui l'immaginazione viaggia tra memorie lontane e meno lontane. Ad avviarne la realizzazione fu Ferdinando II che, nella seconda metà dell'Ottocento, pensò di assicurarsi una rapida via di fuga in tempi tanto tumultuosi - i moti del 1848 sono di poco alle spalle - e pensa ad un collegamento sotterraneo tra il Palazzo Reale e la zona più vicina al mare ed alle caserme Piazza Vittoria. I lavori, affidati all'Alvino, mostrarono le eccezionali capacità del progettista di superare tutti gli ostacoli di natura geologica e non che emersero nell'ambito della realizzazione della monumentale galleria. Sempre nell'area della vasta opera di ingegneria, Errico Alvino incontrò le cisterne di un preesistente acquedotto che possiamo apprezzare ancora oggi grazie alle straordinarie soluzioni da lui adottate. A fine lavori si inaugurò il tunnel Reale con il passaggio di Ferdinando II.  Ma la Galleria era destinata ad un triste destino, chiuse infatti subito dopo. La famiglia reale era in decadenza ed in pochi anni si sarebbe fatta l'Unità d'Italia. Anni e polvere si sono perciò accumulati nel tempo. Un'opera tanto eccezionale non riusciva ed esprimere la sua imponenza. La Galleria Borbonica - negli anni della seconda guerra mondiale - con il suo tunnel e le vecchie cisterne servirono per garantire ai cittadini di Napoli un riparo sicuro.  Il passaggio segreto costruito per la fuga di una famiglia reale diventò ricovero bellico e rifugio per migliaia e migliaia di cittadini napoletani negli anni in cui la città veniva pesantemente colpita da costanti bombardamenti. In questi luoghi persone senza casa e senza più futuro si trovarono a condividere un progetto di salvezza in una disperante situazione.  Finita la guerra eccola diventare Deposito Giudiziale Comunale. Qui fu raccolto tutto ciò che veniva recuperato dalle macerie che la guerra si era lasciata dietro. Memorie, storie e polvere, polvere che non copre ma avvolge per attutire i ricordi assordanti di una guerra rovinosa e di una città distrutta sopra quella galleria. Ricordi e memorie che impreziosiscono una grande opera di ingegneria civile per un viaggio nella bellezza della storia.

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