Terra e Natura

I colori della terra attraversano l'obiettivo e immortalano lo spettacolo della natura.

ulivi

Forte e generoso, elemento centrale nella cultura del Mediterraneo, l’olivo, con le sue foglie dai riflessi brillanti, le cui linee leggere sono messe in risalto dai rami  e dalle complicazioni del tronco, rappresenta spesso nell’immaginario collettivo un simbolo di virtù, dogmi, immagini, emozioni.

Coltura tipica del paesaggio del mediterraneo e presente da millenni sulle sue coste,  la sua forma ne plasma e configura, caratterizzandola, l’inconfondibile estetica del territorio. Nell’insieme di simboli e concetti che rappresentano la cultura dell’uomo mediterraneo, la pianta di ulivo appare come una sorta di scultura plasmata dalla natura stessa e portatrice, per sua natura, di pace e prosperità. Un vero e proprio simbolo della vita che resiste e  incalza superando con pervicacia le peggiori condizioni climatiche e atmosferiche radicandosi tenacemente al terreno fino a raggiungere le viscere della terra  e modellandosi, nel corso degli anni, in struttura complessa di forme corpose e incidenti sul paesaggio. Le distese di piante di ulivo, caratteristiche del paesaggio mediterraneo, dinanzi all’occhio penetrante e indagatore del mezzo fotografico, si frantumano in un universo infinito di immagini significative e di dettagli e di fremiti vegetali. Nelle torsioni acrobatiche del tronco e nelle trame che caratterizzano la sua corteccia si intrecciano immagini ora chiare ora accennate. Una figura, maestosa e complicata, che in quegli avvitamenti   conferisce al territorio la sua particolare configurazione e intorno alla quale si sono articolati miti e leggende che ne rievocano la sacralità e la spiritualità. il mio occhio di bambino del sud accarezzava con lo sguardo questi alberi dalle foglie sempre verdi e carichi di frutti da cui, poi, si estraeva quel fluido  dorato e prezioso portatore di vita e benessere. La mia curiosità veniva sollecitata da quella indefinibile relazione visiva tra le anziane donne curve nell’atto della raccolta delle olive e i tronchi contorti e scavati degli alberi. I volti di quelle raccoglitrici portavano i segni di un rito tanto magico quanto faticoso, ed ogni ruga sembrava confondersi l’una nell’altra rendendo labile il confine tra un corpo ed un altro. Quelle fessure, profonde come ferite, conservano l’essenza dello spirito della mia terra -   e della mia cultura - forte e resistente allo scorrere del tempo. E sempre da quelle ferite inferte dal tempo e dalle intemperie, si sprigiona quell’aura, simbolo di vita e dei suoi multiformi intrecci e forme antropomorfe, che,  sin dalla mia infanzia,  ha modellato  il mio modo di guardare alle cose.

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