Luoghi e Città

Fotografia in Viaggio....le sensazioni, le suggestioni e le memorie di altri luoghi.

L'Orologio della Giustizia

Nella città partenopea c'è una piazza che è stata cornice di importanti avvenimenti storici e di oscure e misteriose vicende, una piazza in cui si annidano leggende e fatti realmente accaduti combinati tra loro sapientemente.

Piazza Mercato, spazio un tempo utilizzato per le pubbliche uccisioni, poi sede del celebre mercato, luogo legato a figure emblematiche quali il rivoluzionario Masaniello e Eleonora Pimentel Fonseca, è oggi dimenticata ed in stato di evidente abbandono. Eppure a pochi passi, oscurata dalla trama dei vicoli attigui, troviamo una delle chiese gotiche più antiche ed importanti di Napoli: Sant'Eligio Maggiore. La chiesa, come tante altre eccezionali e preziose opere della città napoletana, ha un passato importante e sulla struttura hanno insistito il tempo e l'uomo con le trasformazioni che l'hanno impreziosita. Il tempo, quella linea che sembra progredire e incedere senza indugio è un elemento strettamente connesso a questa straordinaria meraviglia e ben rappresentato da uno speciale orologio. Durante il XV secolo fu costruito un arco che si sviluppa su due piani caratterizzati da stili diversi e, in base alle leggende locali, si narra che al secondo vi fosse uno spazio, una piccola stanza, per i condannati  a morte che lí trascorrevano l'ultimo tempo della loro esistenza. Al primo piano ammiriamo, invece, questo orologio dalla strana storia. Da un lato dell'arco vediamo un orologio  con una sola lancetta legato alla disastrosa esplosione della nave Caterina Costa avvenuta nel porto di Napoli il 28 marzo 1943. La terribile deflagrazione è testimoniata anche dai danni riportati dall'orologio i cui ingranaggi vennero compromessi. Fino al 1993, anno del restauro, l’orologio ha segnato lo stesso orario, quello dell'esplosione. All'interno della cornice affacciata sull'altro lato ammiriamo due teste che rappresenterebbero Antonello Caracciolo ed una giovane donna protagonisti di una macabra leggenda. La passione del Caracciolo, non corrisposta, si trasformò in un vero e proprio abuso: l'uomo divorato da bruciante passione incarcerò il padre della donzella e la ricattò pur di soddisfare i suoi bassi istinti. La giovane e la sua famiglia cercarono giustizia presso Isabella D'Aragona e, accertato il danno subito,  il Caracciolo fu condannato a sposare la donna concedendole una ricca dote  per poi essere decapitato. Il tempo è dunque simbolo di giustizia che, inesorabile, arriva per tutti e mette a posto ogni cosa. I due volti sono sempre lí a guardarsi ed a guardarci per ricordarci la forza del tempo.

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