Ci sono eccezionali luoghi che raccontano secoli e secoli di storia e che rivelano segreti di un passato lontanissimo. Ci imbattiamo, tra Pozzuoli e Bacoli, in uno dei siti archeologici più affascinanti dell’intero territorio campano.

Prima colonia di fondazione greca in Occidente, nell’ottavo secolo a.C., la città di Cuma diventa sia un punto di approdo che di rifornimento per le imbarcazioni in mare da molti mesi e, soprattutto, un importate porto commerciale per lo scambio di merci preziose con l’Oriente. Sembra altamente probabile che l’area fosse occupata, prima dell’arrivo dei Cumani, da popolazioni italiche.

In breve tempo la città si trasformò in vasto centro e alla ridotta distanza da Napoli dobbiamo  parte del suo  sviluppo. È  intorno al V secolo a.C. che furono costruiti  i templi di Giove e di Apollo ed il famosissimo Antro della Sibilla. E, poi, l’arrivo dei Romani. Conquistata Cuma la lasciarono comunque autonoma fino alle invasioni dei popoli barbari per giungere alla conquista da parte dei Bizantini nel 558 d.C.

Molte altre vicende seguirono ma ciò che più affascina è ciò che rimane dell’antica acropoli cumana come le mura greche risalenti al V secolo a.C. nell’area cosiddetta urbanistica scorgiamo i resti del tempio di Apollo, del tempio di Giove, la cripta romana e i resti dell’anfiteatro, del foro. Ma come si giunge all’acropoli? Si percorre l’Antro della Sibilla e la via Sacra: e così si rivelano quelli che sono i resti del tempio del dio Apollo.

Nella parte bassa degli scavi ci imbattiamo nei resti dell’antico Foro romano, dove erano situate le Terme. Infine i resti più importanti sono sicuramente quelli dell’anfiteatro e che risalgono al II secolo a.C.

Quante bellezze e quanto fascino in questo luogo così misterioso e così ricco di sorprese, una lunga passeggiata per perdersi dolcemente nella storia e nel mito.